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Il falsi miti sulla qualità del sonno

15/11/2021
Il falsi miti sulla qualità del sonno

Tema ricorrente del nostro blog, anche se di certo non l’unico, è la qualità del sonno: non potrebbe essere altrimenti, considerato il nostro ruolo di specialisti del riposo ma anche il contributo che un sonno ristoratore e non disturbato da fattori esterni (ma anche endogeni, come patologie o piccoli acciacchi) apporta alla salute ed al benessere di tutto il nostro organismo.

Ci sono tante visioni discordanti sul tema del “dormire bene”, dai più sottovalutato e ritenuto quasi per nulla a ragione un fattore soggettivo e non sottoposto a regole universali. Se così fosse non avrebbero senso gli studi portati avanti dalla Scienza del sonno o l’esistenza della cosiddetta Fisiologia del sonno, per non parlare di specifici esami clinici quali la polisonnografia necessaria a diagnosticare la sindrome delle apnee notturne.
Anche se noi ci occupiamo di vendita di materassi e siamo in grado di consigliarti quello più adatto alle tue caratteristiche, vedi ad esempio la nostra guida ai materassi online, non possiamo di certo fare a meno di interessarci a tutto ciò che è ugualmente rilevante in un'ottica d'insieme.

Perché la scienza del sonno aiuta a dormire meglio

In questo nostro articolo vogliamo sfatare alcune delle più radicate convinzioni comunemente diffuse e che in realtà non hanno motivo di esistere perché non sono surrogate da prove evidenti e possono essere relegate al ruolo di falsi miti.

Ne elencheremo alcune tra le più frequenti.

  • I tempi sono cambiati, ed anche i giovani possono andare a dormire tardi: niente di più falso. Sebbene oggi bambini ed adolescenti dormano molto meno rispetto ai loro coetanei di qualche decennio fa, ciò è per loro dannoso ed infruttuoso perché nulla è cambiato nella loro fisiologia. La carenza di sonno nei bambini e nei ragazzi in età scolare comporta non solo irritabilità, ma anche difficoltà di concentrazione, ostacoli nell’apprendimento e deficit di memoria. Il sonno ha la duplice funzione di scaricare le tensioni e di consolidare la memoria fissando meglio quanto appreso durante il giorno, per cui a seconda dell’età resta sempre valido il principio di almeno 10 ore di sonno tra i 4 e i 10 anni e di 8-10 ore di sonno tra gli 11 e i 18 anni al fine di un buon rendimento nelle ore di veglia.
  • Uomini e donne soffrono ugualmente di insonnia: anche questo è falso, perché fattori psicologici, fisiologici ed ormonali rendono le donne, in una scala di probabilità, più soggette a soffrirne. Ci sono tanti elementi condizionanti, dai disturbi di ansia alla depressione, che statisticamente colpiscono in misura maggiore il sesso femminile, senza calcolare le tempeste ormonali scatenate dal ciclo mestruale o dalla menopausa che impediscono un sonno continuato.
  • I più anziani hanno meno bisogno di riposo: anche questo è falso! Si tratta di una errata e purtroppo inveterata convinzione che è necessario sradicare. Di certo oltre una certa età le abitudini cambiano per cui chi è più anziano ha bisogno di andare a dormire anche un paio d’ore prima rispetto a quanto faceva in gioventù, tuttavia gli esperti raccomandano ugualmente 7/8 ore di sonno anche per chi è in età più avanzata. La conseguenza sarà un risveglio alle prime luci del mattino, ma ciò aiuterà comunque a prevenire disturbi e disordini. È pur vero che negli anziani rallenta il rilascio della melatonina, il famoso ormone del sonno (ne abbiamo parlato in questo nostro articolo sulla routine del sonno), e ciò può comportare un sonno meno profondo e più frammentato.
 
 
 
 
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